L’incubo del primo anno: quando un maschio diventa padre

Mamma con bambinoDiciamo che la vostra opera di persuasione è stata efficace e ora siete incinte.

Ammettiamo, oppure, che il vostro maschio non veda l’ora di essere padre e non avete fatto fatica a convincerlo.

Poniamo per caso che l’uomo vi adori ora che siete gonfie come pallone perché vi portate a spasso la loro prole.

Supponiamo, infine, che il numero e il sesso di figli da voi atteso coincida con le aspettative del futuro padre.

Insomma, per quanto possa essere roseo il panorama, sappiate che entro 9 mesi al massimo tutto cambierà. L’arrivo del figlio/a/i/e scombussolerà completamente la vostra vita e quel del vostro compagno, e questo è facile da immaginare… Quel che le donne spesso ignorano, invece, è l’impatto psico-emotivo che l’arrivo del pargolo genererà in lui.

Questo articolo cercherà quindi di preparavi alle psicodinamiche più comuni dei neo padri, suggerendovi qualche trucchetto per sopravvivere ai primi 12 mesi (i più duri per i padri).

E tu chi sei? L’esclusione morale

Uno dei primi sintomi della sindrome da neo-papà è quello di sentirsi esclusi. Le mamme sono completamente assorbite dalle necessità del pargolo, e nei pochi momenti in cui il baby le lascia tranquille hanno solo l’energia per trascinarsi fin sul divano o sul letto.

Ovvio quindi che le esigenze dei papà vengano messe in secondo piano, per non parlare del sesso che viene completamente oscurato da problemi fisici (nel caso dei parti naturali), psicologici (dalla carica di ormoni e ossitocina in circolo), energetici (mancano sia la forza, che la voglia).

Ebbene: sappiate che la cosa è normalissima, non permettere al vostro uomo di farvi sentire in colpa se li trascurate. E’ così che deve essere… solo che non lo sanno, o non erano preparati. Per questo è importante cercare di mettere in chiaro le cose PRIMA di essere genitori, e non annaspare dopo, altrimenti dovrete combattere anche con la sensazione di esclusione che pervade l’uomo.

A proposito di esclusione: è sano e normale che il rapporto mamma-bambino sia del tutto esclusivo. Non solo: è fondamentale per il corretto sviluppo del bambino che si generi una dicotomia completa. I due devono diventare uno solo; solo così il bambino, crescendo, potrà spezzare la dicotomia e diventare indipendente. Bruciare le tappe o saltarle ha solo effetti negativi sulla psiche del neonato. L’importante è che il padre sappia che deve necessariamente essere messo da parte per i primi mesi.

E io che faccio?

papà con neonatoMolti papà si lamentano di sentirsi esclusi dalla gestione del neonato. Sembra che la mamma voglia far tutto e sappia far bene solo lei, anche se è diventata genitore nelle stesso tempo del padre. Anche questo è normale, ma molte mamme (un po’ per i sensi di colpa, un po’ per amor di condivisione e un po’ per stanchezza) cercano di demandare alcuni degli aspetti della cura del bambino al padre. Va benissimo, ma deve essere fatto nel modo corretto (sempre per il bene del neonato). Fate preparare il bagnetto o la pappa al padre, ma siate voi a darglielo… spiegando al maschio che vedere più facce, avere più contatti, ricevere più input discordanti può causare nel bambino insicurezza e confusione.

Condividete tutto col padre, fatelo sentire importante (soprattutto in questa fase, in cui si sente come un bambino scelto per ultimo al momento di fare le squadre), fatevi aiutare… ma fatelo in modo intelligente. Ringraziatelo molto e fategli capire che senza di lui non ce la fareste. In questo modo darete in pasto al suo ego un po’ di pagnotta per tirare avanti fino alla fine dei 12 mesi.

Fatevi aiutare, non sostituire.

Quando arriva il mio turno?

La dicotomia madre-neonato è potentissima, unica. Solo la madre riesce a capire il figlio e il padre deve imparare a fidarsi di lei e a rispettare le sue impressioni. Entro pochissimi mesi, la madre è in grado di riconoscere i diversi pianti del bambino e sa come rispondere alle sue esigenze.

Il padre cercherà di metterci becco e qui entra in gioco il vostro savoir-faire: fatelo tacere, ma con delicatezza. Dimostrategli che il vostro essere madre vi ha dato gli strumenti per capire il suo linguaggio e che non è lui ad essere cretino… è solo il padre e deve aspettare il suo turno.

Ed ecco il punto: quanto tocca ai padri? Il ruolo del padre è fondamentale nella crescita del bambino, ma entra in gioco dopo. Diciamo a partire dai 24/30 mesi, da quando può parlare e confrontarsi col figlio. Il tuo compito è quello di insegnargli a stare al mondo, ci sarà tempo per farlo. Tranquillizzate il padre ricordandogli che verrà il tuo momento e che dovrà mettercela tutta… ma fino ad allora: zitto e mosca.

Il colpo basso

Veniamo al punto dolente. I maschi sono degli stronzi, si sa. Ma è in questa situazione che riescono a toccare il fondo. Un po’ perché le mamme sono sfinite, un po’ perché hanno l’umore devastato dagli ormoni, un po’ perché gli uomini continuano a chiederle di essere non solo madre, ma anche moglie, amica, confidente, massaggiatrice, cuoca, puttana a letto, ecc.

Ed ecco che, prima o poi, arriva il colpo basso. Quello che le donne non si aspettano mai, che le sorprende nei momenti meno attesi e che le mette al tappeto.
Sarà il momento in cui, a seguito dell’ennesima difficoltà… cinema saltato, cena bruciata, programma sfasciato, vacanza rovinata… lui si volterà verso di voi e con faccia incazzata vi dirà: “La colpa è tua: io nemmeno lo volevo il figlio!”

BANG: knockout.

Difficilmente in altra occasione l’uomo sarà essere altrettanto vigliacco e subdolo. Però preparatevi, perché la batosta arriva, prima o poi.
C’è del vero in quello che dice il maschio, tuttavia sembra che tenda a dimenticarsi che il figlio si fa in due… Starà a voi ricordargli che per quanto possiate aver insistito, lui è comunque un adulto responsabile delle proprie scelte…

Che fare?

La cosa migliore è preparate il maschio con largo anticipo:

  • Ricorda che per almeno sei mesi non si scopa
  • Ricorda che ti tutto avrò voglia tranne che farti un pompino
  • Ricorda che devi imparare a cucinare se non vuoi morire di fame o ammazzarti di colesterolo da MacDonald
  • Ricorda che per un po’ dormiremo nel letto in tre, ma faremo il possibile perché duri poco
  • Ho già questo vampiro che mi ciuccia le tette sutto il giorno, tu no grazie
  • Preparami la pappa, no: non gliela puoi dare tu
  • Prepara il bagnetto: no, non glielo puoi fare tu
  • Non ancora il tuo turno, ma verrà
  • Non vedo l’ora che arrivi il tuo turno, tranquillo

E così via… Reiterate più volte possibile, occorre che l’uomo sia davvero davvero pronto.

Riassunto

  1. Nel primo anno l’uomo è un mero supporto logistico, ma fa fatica ad accettarlo
  2. L’uomo tende a comportarsi come un bambino, come se non ne aveste già uno a cui pensare
  3. Passato l’anno, inizia ad avere importanza anche il padre, occorre solo aver pazienza
  4. Preparate un randello da tenere a disposizione quando il papà metterà la maschera dello stronzo

Non preoccuparti

Ci sono tonnellate di studi e analisi di psicologia dello sviluppo che certificano che un bambino cresce bene anche in condizioni diverse da quelle standard: genitori gay, mono genitore, lutto improvviso, famiglie allargate… Sono molte le situazioni che si discostano dal manuale, ma la cosa più bella dei bambini è che sono dei fiori d’acciaio: sono molto più forti e malleabili di quel che i genitori credono. L’unico ingrediente fondamentale è l’amore.

Bud Spencer e Terence Hill

Vi siete mai chieste se esiste una cosa che accomuna tutti gli uomini? Ma tutti-tutti-tutti? Belli, brutti, giovani, anziani, comunisti, fascisti, poveri, ricchi… TUTTI? Provate pure ad indovinare, tanto perderete…

  • Il sesso: no, esistono gli asessuati
  • La passera: no, esistono i gay
  • I videogiochi: no, esistono gli anziani
  • Lo sport: no, esistono i bibliofili
  • La grigliata estiva: no, esistono i vegani
Bud Spencer e Terence Hill

La mitica Coppia

Insomma: c’è sempre l’eccezione… tranne per la mitica coppia di attori: Bud Spencer e Terence Hill. E’ qualcosa che trascende, impossibile da capire, impossibile da spiegare… Eppure a qualsiasi maschio italiano (ma sono noti e amati anche in Francia e Germania) è appassionato dei film di Bud e Terence.

Molti conoscono le loro battute a memoria, e le citano meglio dei versetti della Bibbia.

Non esiste maschio che non riconosca dalle prime tre note il fischio della canzone Trinità.

Non esiste uomo che non sappia cos’è la Dune Buggy.

Nessuno che non sappia quanto sia disgustosa la marmellata Puffin.

Sto parlando arabo, vero? Si, perché a parte alcune rare eccezioni, alle donne i film della Coppia fanno letteralmente schifo. Non solo: ma non riesco assolutamente a comprendere cosa i loro uomini trovino di così eccezionale in quelle infinite scazzottate che nulla hanno di realistico, e nelle trame a dir poco inconsistenti.

Ed ecco arrivare il vostro caro professore a spiegarvi le dinamiche mentali messere in moto dai film di Bud e Terence.

I valori

Innanzi tutto l’uomo trova nei film una carrellata di valori morali come in nessun’altra commedia. Amicizia, onestà, spirito di sacrificio ed altruismo fino all’ennesima potenza. Anche quando i due sono dei mezzi delinquenti, degli arraffoni o dei truffatori, riescono sempre a mettere la giustizia (quella superiore), davanti ai propri interessi. Finiscono sempre con lo schierarsi dalla parte dei più deboli, difendendoli dai prepotenti e mascalzoni di turno, e mettendo fine alle angherie.

Tutti, nella vita, vorrebbero aver avuto dalla loro parte due così, pronti a menare le mani contro il capo prepotente o il filibustiere di turno.

Una scena di Due super piedi quasi piatti, in modo particolare, riassume questo concetto:

Terence scappa da gente che lo vuole menare di santa ragione; girato un angolo scontra un ragazzo asiatico mandandolo a gambe all’altra. Nonostante la fretta si ferma ad aiutarlo e gli dice: “scusa, amico…”. Subito dopo arrivano gli inseguitori che sbattono contro lo stesso ragazzo dicendogli: “E levati dai piedi, idiota!” e poi “Hai visto uno che scappava?”. L’asiatico risponde di si e li manda nella direzione sbagliata. Quando Terence esce dal nascondiglio e gli chiede perché l’avesse aiutato, lui risponde: “Preferisco aiutare chi mi considera un amico, piuttosto di chi mi considera un idiota…”

Ce n’è abbastanza per educare un figlio, e i maschi lo sanno.

Violenza

I film della coppia, considerati universalmente B-movies, ovvero film d’azione, contengono un’elevata dose di violenza. Gente che mena le mani, persone che volano fuori della finestra, martellate sui denti e così via… Però non c’è una goccia di sangue e praticamente non esistono sparatorie (con l’eccezione di Miami Supercops, che sancisce la fine della collaborazione e ha una vena malinconica che permea tutto il film).  Persino i due film di Trinità, spaghetti western per eccellenza, mostrano pochissimi colpi con le armi da fuoco e tanti con i pugni.

Si tratta di una forma di violenza volutamente esagerata e surreale, al limite del grottesco. Infatti nessuno dei bastonati mostra lividi, ecchimosi, denti rotti o ferite. Tutti tornano a farsi menare da capo più e più volte, prima di arrendersi; e quando la scazzottata finisce, vanno via tutti sulle loro gambe (al limite zoppicando un po’).

Il messaggio è chiaro: dove non arrivano le parole, ci pensano le sberle. Un paio di cazzottoni aprono anche le porte più difficili e non ce n’è mai abbastanza per il gradasso di turno. Tutti, prima o poi, verranno a miti consigli… ma mai e poi mai mettendoli a tacere per sempre, perché anche per i più malvagi c’è sempre la possibilità di redimersi, di cambiare in meglio e di pentirsi.

Citando Bulldozer: “Ti seguo perché tu mi hai riempito di botte… e se uno mi riempe di botte, poi mi ci affeziono…”

Ironia

Perché le coppie fanno tanto sbellicare? Cosa hanno in comune Gianni e Pinotto, Stanlio e Ollio, Peppone e Don Camillo, Bud e Terence? Uno grande, l’altro piccolo. Uno forte e manesco, l’altro agile e scaltro. Sono due facce della stessa medaglia,  lo IN e lo YANG; insieme si completano a vicenda, colmando le lacune individuali; si odiano e amano assieme, si lasciano solo per ritrovarsi di nuovo. Uno, senza l’altro, è incompleto, inconcludente. Mancherebbe la chiusura del cerchio.

Le gag animate da Bud e Terence affondano nella comicità più remota, proprio dal cinema anni ’20 di Stan Laurel e Oliver Hardy (altra coppia che in genere fa impazzire solo gli uomini). Battute sagaci, dileggi al limite dello sfottò. Energie spese a fiume per arrivare solo al punto di partenza. La coppia comica per eccellenza è quella che perde per tutta la durata dello spettacolo, tranne poi vincere alla fine con una sorta di catarsi risolutiva. E’ l’esempio della battaglia di torte con Stanlio e Ollio; o il malloppo perduto da Bud e Terence in Chi trova un amico, trova un tesoro.

Comicità leggera, quasi banale nei suoi meccanismi, ma che tiene avvinti fino alla fine. Si, perché il gioco è proprio questo. Non importa per quante volte uno ha visto e rivisto i film: l’uomo continuerà a guardarli ogni volta che passeranno in TV, stando al gioco, sorprendendosi ogni volta a sbellicarsi dietro le medesime battute.

Macchiette

Sono molti gli elementi che fanno innamorare i maschi della coppia, quei piccoli particolari unici, mitici, che fan sentire anche il più anziano di noi, un bimbo davanti ad un gelato maxi:

  • Cibo pantagruelico: la gara di salsicce e birre o la mitica fagiolata al pomodoro.
  • Bud che sbuffa: sconsolato, davanti all’ennesima cazzata di Terence. Ogni maschio si immedesima in Bud, davanti al rapporto di coppia.
  • Terence che conquista: un amatore, dolce e delicato. Tutti vorrebbero essere come lui.
  • Tempesta di cazzotti: il tipico sonoro all’apice della scazzottata, in genere ad opera di Bud e al di fuori dell’inquadratura della telecamera.
  • La partita a poker: mitica scena di Continuavano a chiamarlo Trinità.
  • Lo stile grezzo e verace: diciamocelo, non sono due nobiluomini, e ogni maschio si riconosce nella bonaria volgarità dei loro gesti e atteggiamenti… tanto: vagli a dire qualcosa…

Che fare?

Nemmeno nelle più rosse illusioni mi sognerei mai di suggerirvi la visione di un film di Bud e Terence. Un po’ perché so che non vi piaceranno mai… e un po’ perché, per l’uomo, è un’occasione di aggregazione sociale maschile. Un po’ come sedersi attorno al fuoco e raccontarsi episodi di caccia. E’ un universo solo maschile e il fatto che alle donne non piaccia, fa parte del gusto stesso della cosa.

Riassunto

  1. Bud è quello grosso. Terence quello agile.
  2. Menano entrambi come fabbri ferrai.
  3. Prima o poi, Bud avrà addosso una ventina di persone che farà volar via come foglie al vento.
  4. Si, fanno ridere.
  5. No, non devono piacerti per forza.
  6. Si, faranno ridere anche alla millesima volta, rassegnati.

Non preoccuparti

Fai spallucce e tieni a portata di mano un buon libro. Nessun uomo ti chiederà mai di condividere con lui Bud e Terence.

L’imperituro rimando della paternità

Andiamo a toccare ora un argomento a dir poco delicato: la paternità.

E’ bene innanzi tutto precisare che gli uomini, al contrario delle donne (si, tutte le donne), non hanno un orologio biologico. Non c’è un momento in cui il maschio sente il ticchettio del tempo che passa e si rende improvvisamente conto di aver paura di essere troppo vecchio per procreare… Il motivo è molto semplice: l’uomo può far figli fino a 80 anni, come Charlie Chaplin (“anche se poi non riusciva a tenerli tutti in braccio…” cit.).

padre con bambinoPer questa ragione, se state aspettando che il vostro uomo senta il passare del tempo per convincerlo che è giunto il momento giusto… è bene che apriate gli occhi: quel momento non arriverà mai.

Non voglio dire che tutti i maschi del pianeta siano restii a mettere al mondo un paio di pargoli, solo che alcuni (pochi) vogliono diventare padri abbastanza presto, altri (pochi) non lo vogliono mai, mentre la maggior parte lo vuole ma non lo sa, o ne ha paura… ed ecco che entrate in gioco voi. A voi, infatti, l’onere di dare la spintarella nel punto giusto per far crollare il muro di diffidenza.

Mettiamo anche in chiaro il fatto che so benissimo quando le donne sappiano essere insistenti, nel momento in cui sentono l’orologio biologico… ma lo scopo di questo articolo non è sviscerare i meccanismi delle fanciulle, piuttosto quello di spiegar loro cosa agita le menti dei maschi quando il tic-tac arriva anche alle loro orecchie.

Primo problema: la società

Possiamo raccontarci quella dell’uva, la rava e la fava… Dire che non ci sono più gli uomini di un tempo (vero) o che gli uomini son tutti senza palle (quasi vero), ma è innegabile che la società attuale non aiuta ad imboccare la strada della famiglia.

Rispetto ad un paio di generazioni fa, quando era l’uomo a lavorare e la donna a badare alla prole, la società è radicalmente cambiata: uno stipendio non basta più, e si fa fatica anche ad aver quello. L’uomo esce di casa sempre più tardi e quindi si abitua agli allori di mammà… In genere, quindi, si è appena costruito una vita indipendente e lontana dal nucleo familiare d’origine che ecco giungere la compagna a chiedere di allargare la famiglia. Questo, per un uomo, scatena la reazione del tipo “cazzo, non mi son ancora goduto la vita di coppia che già devo rinunciarci?“. Si, perché per l’uomo diventare padre è soprattutto una rinuncia; ma ne parleremo a breve…

Secondo problema: il lavoro

Avere un figlio costa, e costa tanto. E un uomo sente sulle spalle il peso della responsabilità, volente o nolente. Anche se siete donne moderne, in carriera ed emancipate; anche se l’uomo è altruista, crede nella parità di sessi, di oneri e onori… comunque ci sarà sempre un tarlo nella mente dell’uomo che lo metterà spalle al muro chiedendogli ogni giorno della sua vita se è all’altezza della situazione, se le sue spalle sono abbastanza larghe, se può dare alla compagna e ai figli la serenità che meritano.

Pensatela come volete, cercate pure di farlo ragionare… ma non ci riuscirete: è un meccanismo inconscio e atavico, intrinseco della tipologia di società in cui viviamo (quella così detta occidentale) e non pote fare nulla per cambiarlo, potete solo conviverci.

Terzo problema: la rinuncia della libertà

Per un uomo avere un figlio vuol dire perdere qualcosa: perdere libertà (calcetto con gli amici; le due del mattino a giocare alla playstation; pizza, birra e cinema con la compagna); perdere autorità (la mamma metterà becco su tutto?); perdere vacanze (inchiodati al villaggio vacanza per far divertire i pupi invece che in Nepal con gli Sherpa) e così via…

C’è del vero in questo, ma l’uomo non è mentalmente in grado di dare il giusto peso alle cose; non riesce a calcolare quanto a lungo dureranno le perdite (non è per sempre, ma loro temono di si); non riesce a capire cosa avrà in cambio di queste rinunce… E credetemi, suderete sette camicie per farglielo capire, ma solo quando ci si troverà in mezzo lo capirà davvero.

Quarto problema: l’assunzione di responsabilità

Qui ricadiamo in parte nel primo. A causa dei meccanismi sociali, l’uomo fa sempre più fatica a prendersi carico delle proprie responsabilità. Il problema è soprattutto mediterraneo: quanti uomini conoscete che, colti in fatto, cercano scuse patetiche per non assumersi la responsabilità della cazzata fatta?

  • Ho preso una multa: è colpa del ritardo, del traffico, del vigile che non ha scopato ieri sera, della vigilessa che è mestruata, del capo che mi ha fatto fretta…
  • Ho dimenticato una data: è colpa dello stress, dell’alopecia, della psoriasi…
  • Ho fatto le corna: è colpa della moglie che è pallosa, della collega che è gnocca, della vita che è grama, del cazzo che è in tiro…
  • Ho rubato al fisco 10 milioni di euro: è colpa del commercialista che mi ha truffato…
  • Ho usato soldi pubblici per interessi privati: è colpa di qualcun altro che ha agito a mia insaputa…

La cosa vale anche in fase di procreazione: l’uomo sa che diventar padre vuol dire assumersi delle responsabilità alle quali non potrà sfuggire con nessuna scusa al mondo… Da qui nascono la maggior parte delle:

Risposte standard

Ogni maschio ha un set di risposte preconfezionate che propina alla propria partner nel tentativo di far nascere dubbi, perplessità o quanto meno procrastinare l’inevitabile… ignorando, ovviamente, che non solo non hanno la minima chance di successo, ma che anzi rischiano di ottenere l’effetto opposto.

  • Un figlio? Che ne dici invece di un cucciolo di cane? In fondo è lo stesso…
  • Scusa, stavo pensando alla partita di Champions… Dicevi?
  • Ma non siamo troppo giovani?
  • Ma non siamo troppo vecchi?
  • Ma non siamo troppo poveri?
  • E il nostro viaggio negli Stati Uniti? Come quale?… Davvero non te ne ho mai parlato?
  • Vuoi davvero che i nostri figli abbiano tua madre come nonna?
  • E non pensi alla tua carriera?

La lista potrebbe protrarsi per pagine e pagine… Non c’è limite all’indecenza di un uomo che non ha mai sentito il bisogno di diventar padre e non sa che pesci pigliare per giustificarsi…

Che fare?

padre che gioca col figlioInnanzi tutto armatevi di santa pazienza. Alla fine vincerete voi: volete tre figli? Ne avrete tre. Volete un figlio entro l’anno? Ce la farete… Grazie a questa consapevolezza troverete le energie per scalfire la dura scorza del maschio reticente, ma vi assicuro che in nessun’altra occasione l’uomo riesce a trovare altrettante energie per rimbalzare i vostri attacchi.

C’è qualcosa di biologico in questo: pensate all’atto della fecondazione. L’idea del figlio è l’ovulo maturo; le vostre proposte sono  gli spermatozoi. Ce ne vogliono milioni per riuscire a penetrare la barriera, ma alla fine troverete quella giusta.

Ricordate solo di prospettare qualche motivazione allettante:

  • Ci vogliono molti, molti, molti tentativi prima di restare incinta
  • Mentre sarò in maternità potrai uscire coi tuoi amici tutte le sere
  • Non sai che gli ormoni della gravidanza ci trasformano tutte in maiale assetate di sesso?
  • Non sai che durante la gravidanza le tette crescono a dismisura?

E così via…

Riassunto

  1. Tardi non è mai abbastanza tardi per un maschio, quando si parla di paternità
  2. La donna sarà sempre in grado di far cambiare idea
  3. L’uomo escogita scuse sempre più fantasiose per dilatare i tempi

Non preoccuparti

Alla fine, dopo tutto, hai ragione tu. Lui se ne renderà conto… col tempo.

L’irresistibile fascino del mito lesbico

Probabilmente lo sapete già, ma meglio essere chiari fin da subito: non esiste su questa terra un solo maschio etero a cui le lesbiche non facciano letteralmente impazzire.

Il punto, quindi, non è capire cosa e come, ma perché. Perché agli uomini piacciono tanto le lesbiche?

Bacio tra lesbicheInnanzi tutto è bene precisare che quelle che piacciono agli uomini non sono le donne gay che potrebbero incontrare per strada, in ufficio, a scuola, come vicine di casa… donne normalissime quindi, che possono essere alte, basse, belle, brutte, magre, grasse… No: quelle che piacciono sono solo ed esclusivamente lo stereotipo rintracciabile unicamente all’interno dei film porno.

Ecco brave: proprio quelle che non esistono… ovvero la gnocca spaziale disposta a farsi guardare al microscopio mentre fa le peggio cose con un’altra super-gnocca da gara.

Questo principalmente perché le vere donne lesbiche hanno una vita sociale e di coppia del tutto identiche a quelle etero: hanno una compagna, sono innamorate, litigano, si lasciano, si ritrovano e, soprattutto, preferirebbero passare una serata con Mara Maionchi piuttosto che col più figo di noi maschi…

Quindi: le amichette lesbo che si trastullano a vicenda per poi soddisfare copiosamente un bel maschione è la classica trama di un film porno, che quindi rientra tra gli elementi tanto cari alle fantasie sessuali dell’uomo (come diffusamente trattato qui).

In questo articolo, invece, mi interessa spiegarvi perché il maschio risulta tanto affascinato dall’argomento.

Prima di tutto c’è la componente sexy: normalmente le scene lesbo (immaginate o viste in video) ritraggono signorine bellissime, vestite in modo molto provocante e intente ad effusioni molto delicate e soffici… quasi romantiche. Tutto l’opposto di un classico video porno maschio-femmina che si avvicina piuttosto ad un incontro di wrestling.

L’assenza dell’uomo, oltretutto, limita l’effetto invidia nel maschio. Gli attori porno, infatti, hanno generalmente attrezzi di lavoro dalle dimensioni pantagrueliche e anche i meno dotati di loro, i più brutti, panzoni, pelosi e vecchi, comunque reggono medie di 40 minuti sempre in erezione, contro i 5 minuti standard dell’uomo reale.

Altro elemento importante è che all’uomo piacerebbe tanto (ma tanto tanto), buttarsi nel mucchietto ed entrar a far parte del gioco. Questo ovviamente è indice di quanto sia surreale la vicenda: in quanto lesbiche il maschietto di turno verrebbe eiettato fuori della finestra in un attimo.

Citando una battuta celeberrima di Amici Miei (di Mario Monicelli): “Eh, sinceramente Mascetti valutando che non sono occasioni che si presentano con troppa frequenza… e l’orgoglio di imporre contemporaneamente a due donne la virilità del maschio… beh, io mi ci sarei fiondato!”

Insomma, il tema delle lesbiche ha un fascino e una presa sull’audience maschile, da essere quotidianamente sfruttato non solo dal cinema hard: Hollywood (e anche recentemente Cinecittà) ha deciso di affrontare l’argomento nei film non di genere, ma destinati a tutti. Il confine tra marchetta digitale e comunicazione sociale, però, è davvero labile, ma ai produttori di cinema questo non importa, anzi: fa gioco. Ed ecco comparire scene lesbo anche in film impegnati (o presunti tali), non solo quindi gli eredi della sexplotation degli anni ’70 (tanto cara a Quentin Tarantino, per dirne uno), ma anche a figure più recenti come Lars Von Tier.

Per farla breve, il punto è: vuoi assicurarti che una bella fetta di maschi vada al cinema a vedere il tuo film? Non basta più metterci una scena di sesso più o meno esplicito (vedi Nanni Moretti e Isabella Ferrari), ficchiamoci invece una bella lesbicata con donnine semi nude che limonano pesante per un quarto d’ora, e vedrai che pienone in sala…

Chiaro poi che occorre arrampicarsi sugli specchi e trovare le migliori giustificazioni possibili alla scena, ma questo solo per i critici… alla audience non importa un emerito dei risvolti psicosociali e balle varie…

Ma torniamo a bomba

I maschi, quindi, farebbero carte false per assistere dal vero ad un incontro amoroso tra due lesbiche o, almeno qui in Italia dove abbiamo ancora notevoli problemi di libertà d’espressione, anche solo un po’ di effusioni in pubblico.
Non voglio addentrarmi su analisi psicosociale del bigottismo, poiché non è questa la sede, tuttavia è innegabile che, come tutte le cose che poco si vedono e meno si conoscono, suscitino una grande attrattiva.

Ed ecco un altro grande motivo per cui attira così tanto: non voglio fare di tutta l’erba un fascio, naturalmente, ma sono ben pochi i maschi che hanno occasione di frequentare coppie lesbiche, e la non conoscenza aumenta la curiosità.

Che fare?

bacio tra lesbicheLa cosa più importante è ricordare che si tratta di una fantasia erotica maschile molto diffusa, che in genere non va più in là della mente maschile. Tuttavia, se volete fare un regalo unico al vostro uomo, fatevi vedere mentre baciate un’altra donna. Non serve sia una limonta pesante, né che sia fatto con atteggiamento sexy, provocante, allusivo o altro. Basta un bacino a fior di labbra, e vi assicuro che avrete reazioni emotive esplosive.

Assicuratevi solo di due cose: che lui vi veda bene e che sia chiaro che è uno scherzo fatto per lui (a meno che la cosa non vi piaccia davvero, ma allora è un’altra casistica).

Riassunto

  1. Ogni maschio etero ha desiderato almeno una volta fiondarsi in mezzo a due lesbiche.
  2. Un maschio etero che si rispetti sarebbe disposto a regalarvi un anello per vedervi limonare anche solo una volta con un’altra donna.

Non preoccuparti

Anche il più appassionato dell’amore lesbico non vi giudicherà se perdurerete nella vostra eterosessualità.

La passione per i film porno

Potrà non piacervi, potrà sembrarvi triviale e primitivo, potrà sembrarvi adolescenziale e immaturo… ma la cruda verità è che al maschio piace guardare film porno. E li guarderà per tutta la vita. E se pensa o crede o sa che a voi non fa piacere… allora li guarderà di nascosto.

encefalo grammo piatto durante la fruizione di un pornoPerché al maschio il film porno piace, e molto. Perché il film porno eccita l’uomo, e molto. Chi dice il contrario: mente (a volte non solo a voi, ma anche a se stesso). E se a voi piacessero, li guarderebbe con voi.

Il comportamento d’uso, poi, varia da persona a persona e da regione a regione, ma tutte le società considerano la fruizione di questo materiale un’atto socialmente riprovevole, quindi avverrà in contesti discreti, e normalmente in solitaria.

Ogni maschio, poi, ha diversi gusti e preferenze, ma in genere si focalizza su qualche argomento estremamente lontano dalla propria vita sessuale. Un po’ per compensare una sorta di carenza, e un po’ per dare sfogo a fantasie poco realizzabili in modo da mantenere in equilibrio la barra della sessualità.

Stiamo sempre parlando di figure maschili esenti da parafilie, ed è questo il punto fondamentale: il maschio che si guarda un pornazzo, di tanto in tanto, non è un pervertito o un maniaco sessuale… Solo l’uso compulsivo e indiscriminato è indice di una devianza clinicamente importante, altrimenti è da considerarsi un passatempo al pari dei videogiochi o del calcio in TV.

Naturalmente lo scopo principale della fruizione di materiale pornografico è da ricercarsi nel campo onanistico. E qui è bene fare un’ulteriore precisazione: i maschi si masturbano. Sempre. Non importa quanto voi siate fighe o quanto la vostra vita sessuale sia appagante. Per un maschio è un’esigenza fisiologica, il cui costrutto psicologico è da ricercarsi nella storia individuale del soggetto in esame, ma che esula dalle dinamiche di coppia. Si tratta di uno scarico puramente meccanico, che non ha nulla a che vedere con la ricerca di qualcosa di diverso da quanto offerto dal rapporto di coppia, né che coinvolge minimamente i sentimenti.

Mi spiego con un esempio: un uomo ha una fidanzata di cui è profondamente innamorato e con cui ha una vita sessuale serena. Lei è un tipo sportivo, dal corpo esile e dai tratti tipicamente mediterranei. Lui, quando capita, sceglie video porno che hanno per soggetto fanciulle nordiche dalla corporatura massiccia o particolarmente formose. Questo non vuol dire che la routine e la noia hanno preso il sopravvento e che lui vorrebbe cambiare tipo di compagna; né che è meno innamorato di lei… ma solo che sfrutta l’altro, il diverso, per scaricare una tensione sessuale in modo freddo e distaccato. Anzi: proprio per il fatto che cerca immagini diametralmente opposte al suo quotidiano, è indice di una serena vita di coppia.

Non dimenticate, inoltre, che le situazioni tipo del film porno sono surreali, immaginarie e puramente fittizie. Nessun maschietto, durante un ricovero in ospedale, si è mai visto giungere in stanza una sexy suora con lingerie di pizzo a tirar su il morale. Come se non bastasse, poi, le signorine sono solite assumere posizioni al limite della sopportazione di muscoli e tendini: sottosopra, testa in giù, in equilibrio sul divano, in equilibro sulle ginocchia dell’uomo… Tutte posizioni a favor di telecamera, ovviamente, ma difficilmente replicabili nella vita reale.

Il film porno ha anche la funzione di mettere in mostra alcune delle fantasie più comuni, che sono (appunto) fantasie e nulla più. Difficilmente il maschio vorrebbe realmente mettere in pratica con la propria compagna quel che cerca nei film porno (sempre escludendo le parafilie), però si diverte a vederle esplicitate, in carne e ossa, fuori della propria mente.

Alcuni esempi

pornE’ innegabile che l’avvento del web abbia reso il porno più accessibile a tutti… Bastano pochi click e zero euro per accedere ad un universo di video in streaming in grado di soddisfare anche gli appetiti più insaziabili… e le categorie di video porno hanno dimensioni impressionanti: basta andare a spulciare un paio di portali di aggregazione per rendersi conto di quale fantasia hanno i pornografi per soddisfare le esigenze dei propri clienti. Una trattazione completa sarebbe quindi estremamente prolissa, e andrebbe a toccare casistiche davvero minori; vediamo invece cosa si agita nelle menti maschili con alcune delle categorie più diffuse.

Lesbian

Il fascino che ha il mondo lesbo sull’uomo è talmente vasto che ho deciso di dedicargli un articolo a parte, per cui per ora soprassediamo.

Threesome

Detto anche menage a troi, la fantasia di fare sesso in tre: MMF (due uomini e una donna) o MFF (ovviamente un uomo e due donne). Nel primo caso può agitare l’idea di dare alla controparte femminile completa soddisfazione sessuale; nel secondo è invece pura utopia: l’uomo fa fatica a soddisfare le esigenze di una, figuriamoci di due…

Cumshot

Se avete qualche dubbio: cercate maggiori informazioni sul mio articolo dedicato al pompino… In genere chi guarda questi video è perché la propria compagna non gradisce la pratica.

Deep Throat

Ne ho parlato diffusamente nell’articolo sopra citato: è la pratica in cui la donna riesce ad introdurre in gola l’intero attrezzo da lavoro del maschio.

Anal

Come sopra, si tratta di compensazione. L’amore anale è uno dei santi graal dell’uomo: tutti vorrebbero, pochissimi riescono.

Mature e MILF

Signore non più giovanissime che si dilettano ancora come giovincelle.

Amateur

Coppie di non professionisti (o presunti tali) che si filmano durante le performance amorose

Fetish e Bondage

A chi non eccita l’idea di non voler far sesso e poi scoprire che ci piace da matti essere costretti a farlo? Ecco, appunto… Aggiungete bende, manette, legacci, piedi, candele, ecc.

Asian, Redhead, Ebony (ecc.)

Come già detto: servono a soddisfare un po’ di curiosità. Sarà anche vero che Madre Natura ci ha (e vi ha) fatto tutti uguali… eppure ogni maschietto vorrebbe vedere com’è fatta una ragazza coreana, irlandese, africana, ecc… Non si sa mai che cambi qualcosa…

XXX Parody

Si tratta di una categoria relativamente recente: parodie di film e serial famosi in versione hard. Coraggio: davvero fate fatica ad immaginare quanto possa essere piacevole per un maschio vedere Lara Croft o Catwoman mentre vengono scopate a morte? E che dire delle scene esplicite con Mulder e Scully o Fred e Wilma Flinston o Homer e Marge Simpson?

Celebrities

Eh si: sembra difficile da credere… ma esistono le dive del cinema hard, e in genere sono specializzate in una particolare categoria. Per questa ragione capita che i maschietti se ne scelgano una e consumino voracemente la produzione delle loro beniamine. Alcuni esempi? Michelle Ferrari (che ha il solo pregio di essere la sosia di Michelle Hunziker); Sasha Gray (specializzata nel farsi trattare come una pezza da piedi); Belladonna (sesso lesbo); Dylan Ryder (MILF); Heather Brooke (Deep throat) e molte, molte, molte altre… Ma forse potrà sembrarvi ancor più incredibile che gli uomini siano più ferrati su Jenna Jameson o Natasha Kiss che sugli “amici” di Maria… Ma è la pura verità!

Che fare?

l'uomo è fatto al 70% da acqua, idratarsi è importante

Signorina che si reidrata con una boccata di acqua fresca

Innanzi tutto non scandalizzatevi se il vostro uomo usufruisce di video porno: ricordate che è fisiologico. Potrebbe capitare di scovare qualche residuo nella cache del computer (ormai dvd e riviste sono un ricordo lontano); in tal caso evitate di mettere in imbarazzo il maschio, che si renderà ancor più ridicolo inventando scuse al limite del patetico; optate per una sana scrollata di spalle con sufficienza, ignorate la cosa o, e se invece siete curiose di addentrarvi in nuove dimensioni del vostro rapporto, proponetegli di vederlo insieme.

Potrebbe anche non piacervi, in tal caso siate sincere e confessatelo subito. Però potrebbe anche stimolarvi, in tal caso non esitate a condividere la cosa con il vostro lui.

In entrambi i casi informatevi sulle celebrità, e stupite i vostri amici con la competenza in materia…

Riassunto

  1. L’uomo guarda porno e si fa le pippe.
  2. L’uomo che si fa le pippe guardando porno non è necessariamente un pervertito.
  3. L’uomo non si fa le pippe davanti ai porno solo perché non siete abbastanza fighe o perché non gliela date abbastanza.
  4. Le attrici porno sono delle fighe spaziali, proprio per quanto le attrici porno siano delle
  5. L’uomo sa che i porno sono finti, non si aspetta da voi che diventiate di colpo Michelle Ferrari, Belladonna o Sasha Gray.
  6. All’uomo piacerebbe guardarli con voi.
  7. Nessun maschio si aspetta che sopportiate le indicibili fatiche delle scomodissime posizioni assunte nei film porno.
  8. Un bel pompino fa passare subito all’uomo la voglia di guardare un porno.

Non preoccuparti

Non c’è nulla di male, fai finta di niente o condividi con lui… ma in ogni caso non metterlo in imbarazzo mai.

Il galateo del pompino

Iniziamo subito con due premesse:

  • Il termine pom-pi-no (s. m. [der. di pompare], volg. – Fellazione]), per il cervello maschile, non è una parolaccia (al contrario di altre sue varianti).
  • La donna che fa pompini non è una puttana, ma una santa donna.

Come detto già altrove il pompino è come una chiave magica in grado di aprire quasi tutte le porte. Esistono davvero poche cose in grado di far uscire completamente di testa un uomo come un pompino fatto coi contro fiocchi… ma badate bene, o fanciulle all’ascolto: ho detto coi contro fiocchi!

Pompino eseguito a regola d'arteEh si, perché anche sua maestà fellatio richiede maestria e sapienza antica, e solo i più animali dei maschi avrà la sfacciataggine di spiegarvi dove sbagliate e dove invece procedete nella giusta direzione. Nella maggioranza dei casi, invece, l’uomo si godrà un pompino fatto a metà, o che potrebbe regalargli sensazioni ben più intense, se solo avesse il coraggio di darvi alcune dritte (ed ecco da dove nasce la passione per le MILFvedi articolo correlato – Loro già sanno).

Un’obiezione comune potrebbe essere quella che il vostro uomo non si è mai lamentato di voi, quindi sicuramente siete bravissime. Potrebbe essere vero, ma potreste anche sbagliarvi: tenete presente che l’uomo è molto restio a dare indicazioni e correzioni… un po’ per tatto e sensibilità, e un po’ per paura di offendervi (“oddio, e se poi non me ne fa più?”).

Questo blog, tuttavia, non ha lo scopo di insegnarvi praticamente ad esercitare il piacere dell’eros, o a come usare l’altra mano… ma “solo” di gettare luce sui meccanismi mentali del maschio. Per cui ci atterremo scrupolosamente a questo tema.

Torniamo quindi ai miti errati da sfatare: l’uomo a cui donate un rapporto orale non vi considera un oggetto, né tanto meno una zoccola. Ma soprattutto vi sta regalando una profonda dimostrazione di fiducia nei vostri confronti… non c’è nulla di più terrorizzante per un maschio che avere denti affilati da quelle parti, e il dolore che sarebbero in grado di trasmettere supera quello dei calcoli renali. Per questa ragione sappiate che ogni volta che vi accingete ad una fellatio state esercitando un potere immenso sul vostro maschio, il quale ve ne sarà oltretutto immensamente grato: durante l’orgasmo l’uomo sarebbe in grado di promettervi qualsiasi cosa (sta poi a voi fargli mantenere la promessa).

Fellatio VS preliminari

E’ bene che teniate presente la profonda differenza tra i preliminari ad un rapporto completo e l’atto orale fine a se stesso. Nel primo caso stiamo parlando di una strategia atta ad eccitare sessualmente il vostro compagno. Qui, però, parliamo del secondo caso, che è tutt’altra storia… La cosa importante è che decidiate prima quale delle due strade state per percorrere e che lo facciate capire anche a lui (sopratutto nella prima opzione, onde evitare delusioni cocenti).
Tenete anche presente che solo il pompino fine a se stesso scatena nell’uomo le reazioni psico-emotive che sto andando a sviscerarvi.

Le posizioni della fellatio

Altro elemento fondamentale da tenere a mente è che in base a come e dove eseguite la fellatio, per il maschio si tratterà di una cosa completamente diversa. Probabilmente voi non vedere queste grandi differenze, dato che meccanicamente si tratta della stessa cosa… ma per l’uomo, invece, è come mangiare una frittura di totani o una pizza al prosciutto.

Andiamo a fare qualche esempio su cosa si agita nella mente dell’uomo in base ai diversi contesti:

  • Uomo sdraiato a letto in ricezione passiva. Il maschio si gode il suo regalo restato fondamentalmente immobile. Lo scopo ultimo è quello del rilassamento e al termine si aspetta di farsi una sonora dormita.
  • Donna sulle ginocchia, uomo in piedi. Il maschio qui ha una funzione molto attiva, potrebbe prendervi per le orecchie come la coppia dei campioni o dare lui il ritmo muovendovi la testa. Qui vuole essere parte del gioco e condividere a metà con voi l’onere della meccanica.
  • Donna a quattro zampe, uomo sulle ginocchia. Il maschio apprezza lo sforzo della propria compagna, data la evidente scomodità della posizione, per questo propende verso un atteggiamento solo parzialmente attivo. Inoltre ha la possibilità di ricambiare la partner accarezzandola con maggior facilità.
  • Occhi bendati. Se li ha lui, ricadiamo nel primo caso, se li ha lei è un invito ad una partecipazione attiva: il maschio guida la compagna che invece riceve in modo più passivo.
  • Manette o lacci. Le si indossa lui, ricadiamo nel primo caso. Se li indossa lei, leggi sopra, ma all’ennesima potenza.
  • Rossetto e guanti. Qui si sfocia nel gioco di ruolo e nella voglia della fanciulla di stupire. Il maschio ne sarà deliziato e si godrà l’evento nel modo che ritiene più confortevole per lui: ecco una buona occasione per conoscere meglio i suoi gusti.
  • TV o Consolle giochi. Questo è un mito più anglosassone che italiano, ma va trattato per completezza. Mentre lei si dà da fare, lui si intrattiene davanti allo schermo. Lo scopo è quello di restare piacevolmente sorpresi dall’arrivo dell’orgasmo, ma si tratta ovviamente di una partecipazione passiva e fintamente disinteressata.

Guarda mamma: senza mani!

Ecco un aspetto estremamente controverso: durante il pompino la donna deve usare la mano, o no? Ammettiamolo: un aiuto manuale è fondamentale per accelerare un po’ i tempi, ma molti maschio preferiscono che le mani della compagna siano ben ancorate alle di lui chiappe, o ancor meglio intente a masturbarsi.

La verità è che i gusti sono molto individuali, per cui la cosa migliore che potete fare è quella di indagare col vostro compagno quale versione preferisce. Ovviamente se lui vi propone di legarvi o ammanettarvi, il messaggio mi sembra abbastanza esplicito… A quel punto prendere una decisione chiara: meglio niente o il pacchetto completo? Sicuramente il maschio preferisce che il pompino sia fatto a regola d’arte (ovvero come più piace a lui), per cui se siete stanche o avete voglia di fare una cosa veloce, forse la scelta migliore è quella di rimandare: indossate un pigiamone antistupro e infilatevi a letto con la maschera di bellezza, di certo non verrete disturbate.

Soffocotti a colazione

Uno dei miti del maschio è quello di essere svegliati con la compagna intenta a sollevare le sue virtù attraverso la pratica orale. E’ necessario essere mattiniere (o nottambule) o comunque assicurarvi che lui sia addormentato profondamente. Evitate accuratamente preliminari, andate al sodo per far si che si svegli nel pieno della pratica. Lo renderete un uomo fiero di avervi come compagne… E se per caso temete che possa arrabbiarsi per essere stato svegliato in piena notte o di primo mattino… è bene che studiate bene le pagine di questo blog: avete molto da capire sull’universo maschio.

Il problema dell’igiene

Quando il grande architetto creò l’essere umano, doveva essere profondamente ubriaco. Non c’è altra ragione per la quale collocare parco giochi e servizi igienici nello stesso punto.
Assodato questo difetto di progettazione, il problema dell’igiene è reale e concreto. Un po’ perché l’uomo è pigro di natura e un po’ perché non sa mai quando sta per arrivare un pompino in regalo. Cercate di fargli capire con un certo anticipo quando sta per ricevere il suo dono inatteso, in modo che abbia il tempo di concedersi una sistemata pubica; se non funziona provate, senza umiliarlo, a fargli notare che la sua igiene non vi invoglia alla pratica; oppure provate a farvi praticare un connilinguus dopo un paio d’ore di palestra e prima della doccia; se invece è uno zozzone inguaribile… dovevate pensarci prima.

Il mito deep throat

Non sapete di che si tratta? Da un punto di vista meccanico la posizione del cavo orale femminile si allinea con epiglottide ed esofago, creando una sorta di canale unico. Questo consente una fellatio estremamente profonda anche per i soggetti maschi meglio benedetti da Madre Natura, il che regala sensazioni che nessun’altro tipo di rapporto può dare: è infatti paragonabile ad una penetrazione completa, ma con l’ausilio di labbra, denti e lingua per aumentare il piacere.

Si tratta, per lo più, di una pratica ben nota ai maschietti perché presente in quasi ogni film porno che si rispetti. Tuttavia non è per niente facile da mettere in pratica, perché occorre la capacità di superare il normale riflesso dell’epiglottide che tende a chiudersi quando qualcosa rischia di entrare nei polmoni fino a causare conati o vomito. Anche per questo deve essere praticato in totale apnea.

E’ probabile che, prima o poi, il vostro maschio vi chieda o vi lasci intendere di desiderare questa pratica, ma non dovrebbe essere difficile riportarlo alla ragione. Inoltre l’introduzione di qualsiasi elemento (che non sia l’aria) all’interno dei polmoni può causare la polmonite (se in dosi minuscole) o la morte (se in dosi massicce). Nulla su cui scherzare, insomma.

Luce accesa VS luce spente

Una delle componenti più importanti nell’eccitazione maschile è data dalla visione d’insieme. Niente esalta di più che vedersi fare un lavoretto ben organizzato; per cui non abbiate paura di mostrarvi mentre siete nel frangente, né prima, né durante, né soprattutto dopo. Come detto all’inizio il maschio non vi giudica come puttane, soprattutto se siamo all’interno di un rapporto importante e di lunga durata, anzi troverà lo spettacolo estremamente appagante.

L’unico rischio che correte è quello che vada in giro a vantarsi con gli amici di quanto siate brave (voi) e fortunato (lui).

Fuochi d’artificio

E finalmente veniamo al dunque, alla naturale conclusione dell’evento tanto atteso: l’orgasmo maschile.

Ed è qui che iniziano i dolori… per cui leviamoci subito il dente. Un maschio si aspetta che quando sta per raggiungere l’orgasmo, la sua compagna si guardi bene dal:

  • Allontanare la faccia
  • Sostituire la bocca con le mani
  • Indossare una maschera da sub
  • Nascondersi con la testa sotto il cuscino
  • Mantenere una via d’accesso libera per correre in bagno a fare gargarismi

Avete capito il concetto, immagino…

La cosa che invece si aspetta, che vuole, che più di tutto lo fa impazzire, ricade in una di queste opzioni:

  • Maschera facciale modello Jason di venerdì 13
  • Coito in ore con deglutizione sonora ed espressione soddisfatta stile degustazione Brunello di Montalcino
  • Uso della lingua per recuperare eventuali parti della produzione sfuggite al controllo e che altrimenti andrebbero perdute.
  • Effetto champagne sul vostro decolté, soprattutto se non siete completamente nude (è l’effetto “collana di perle” citato da Mister Big di Sex and the city).
  • Fare le bolle di sapone
  • Effetto chupa chups con schiocco.
  • Uso sapiente della forza di gravità per far si che la produzione vada a colar via dalla bocca di lei ricoprendo le virtù di lui.
donna-frappe

Questa signorina ha appena bevuto un frappè. Se l’articolo parlasse di ricette per i milkshake, avrebbe avuto lo stesso impatto emotivo?

Oltre a questo, si aspetta che continuiate a stimolarlo fino al completo crollo dell’erezione (e delle sue energie fisiche) o finché non vi implora di smettere.

Vorrei che vi fosse chiara una cosa: so perfettamente che a molte di voi la sola idea provoca disgusto e ribrezzo, non è mia intenzione convincervi del contrario… Tuttavia non sarei onesto se avessi addolcito la pagnotta: quella che vi ho appena descritto è la verità pura e semplice.

Vi dirò di più: niente è peggio di pompino fatto a metà… meglio niente. Piuttosto stabilite all’inizio della vostra storia insieme che voi mai e poi mai farete nulla del genere… ci sono maschi disposti ad accettarlo senza alcun problema: tuttavia il fatto di avere solo metà della torta (la parte meno gustosa) dovendo rinunciare a panna e ciliegine, potrebbe generare non pochi problemi a lungo andare.

Infine scordatevi di essere baciate dal vostro maschio, ad opera conclusa. Sarà ringraziarvi in altro modo, ne sono certo, ma mai e poi mai vi bacerà se prima non vi siete lavata i denti e fatto un doppio risciacquo col collutorio. Per un maschio la reazione emotiva e psicologica è l’avvicinarsi pericolosamente all’approccio gay della fellatio, e (negli uomini etero) questo genera repulsione.

Riassunto

  1. Pompino, per un maschio, non è una parolaccia: è che fellatio la usano sono giornalisti e sessuologi.
  2. I pompini non richiedono alcun preliminare: per il maschio è solo perdita di tempo.
  3. “Più igiene = più pompini… “. Ditelo una volta al vostro maschio e non servirà spendere altre parole.
  4. Lo sperma cambia sapore in base alla quantità di frutta e verdura ingerita dal maschio, se non fa da solo: provvedete voi a regolare la sua dieta.
  5. La filosofia del pompino cambia radicalmente in base alla posizione assunta dai due amanti, variate spesso e sarà come fare una cosa diversa ogni volta.
  6. Un pompino al giorno toglie lo stress di torno.
  7. Fare un pompino vi darà potere assoluto sull’uomo, avrete diritto di vita e morte in quel momento.
  8. Il momento del pompino è ideale per farsi fare promesse che poi non potranno essere rimangiate.
  9. Tenete la luce sempre accesa, perdio!

Non ti preoccupare

La pratica e la confidenza aiutano moltissimo, ma per evitare spiacevoli fraintendimenti, è bene mettere in chiare le reciproche posizioni: meglio affrontare il discorso a viso aperto, che sbattere contro muri di incomprensioni e malintesi.

Il rapporto orale aiuta moltissimo la serenità di un rapporto sessuale di coppia, non scordatelo mai.

Fino all’ultima fetta

Come nella più classica delle opere di Campanile, ecco a voi una tragedia in tre battute:

Lei: Chiediamo il menù dei dolci? Ti va?
Lui: Perché no? Quasi quasi mi prendo un gelato… ne vuoi uno anche tu?
Lei: No grazie, amore mio, ne assaggio un po’ di tuo…

Fine della tragedia… ed inizio del lavorio delle meningi maschili. Si, perché tutte le capacità cognitive del maschio, a quel punto, sono concentrate nel trovare una risposta adeguata, che si discosti il più possibile da quella sincera.

Il maschio e il suo dolcettoPerché se un maschio dovesse dar fiato ai pensieri, quel che la sua boccuccia affettuosa direbbe sarebbe qualcosa del genere:

“Eh no, cazzo, no! Un po’ del mio no! E’ mio, me lo mangio e me lo gusto io! Ne vuoi? Prenditene uno tutto tutto tuo! Te lo pago io, non mi frega niente: mangiane una forchettata e butta il resto ai colombi! Non mi importa neanche dei bambini che muoiono di fame in Africa, ma questo è il mio fottutissimo dolce e devi passare sul mio cadavere per metterci le grinfie sopra!”

In genere la risposta è più accomodante, ma il maschio ha alcune strategie subdole per ingannarvi.

Molto dipende anche dal grado di confidenza: se siete ai primi appuntamenti, vi lascerà scegliere per prima il pezzo da assaggiare e poi si gusterà il resto con calma, ruminando silenziosamente immagini di voi in baby doll che giustifichino il sacrificio della condivisione del dolce.

Se siete invece molto più confidenti, ma non ancora al matrimonio, ecco le tipiche strategie maschili per farvi fesse:

  • Se il dolce è a più parti, lui si scofanerà rapidamente quella migliore e vi lascerà i rimasugli alla fine
  • Se è tutto troppo buono, invece, si dimostrerà accondiscendente, per poi distrarvi con qualche argomento di vostro interesse e approfittare della vostra distrazione per spazzolare il piatto, sorprendendovi infine con un laconico: “Nooo, mi son dimenticato, scusa… ne prendiamo un altro?”

E credetemi: potete restarci male quanto volete… ma sarà comunque meno importante dell’essersi mangiato il dolce.

Se infine siete oltre la soglia del matrimonio, la reazione sarà di sconsolata rassegnazione…

In ogni caso, tuttavia, la tragedia si compie: perché che il maschio condivida con voi la pietanza, o che se la sbaffi alla faccia vostra, comunque non si è goduto in pace il piacere di mangiarsi il dolcetto. Il livello di stress raggiunto guasta l’esperienza papillare, e la fretta nel finire tutto a vostra insaputa rende indigesto anche il migliore dei tiramisù.

E credetemi: non vi perdonerà per avergli fatto questo.

Che fare?

Bisognerebbe capire, prima di tutto, cosa spinge le fanciulle a questa nefasta abitudine. Ma questo blog sviscera la psiche maschile, non quella femminile… quindi sono costretto a soprassedere e limitarmi a consigliarvi maggior cautela nelle vostre richieste.

Provate ad ordinare qualcosa voi e ad offrirgliene un pezzo, ribaltando i ruoli.

Se inceve per voi è fondamentale dividere il dolce nel piatto con il mostro maschio, optate per la soluzione ottimale: ordinate un pietanza diversa e chiedete di dividere con lui entrambe.
C’è il rischio, naturalmente, che il vostro maschio vi dica che non vuole fare a metà… a quel punto ritornate sul “me ne fai assaggiare un po’?”.

Altra soluzione consiste nel dire che non volete nulla e fingervi disinteressate al dessert. Quando poi arriva, tentate un approccio jena/ninja (cit.) e chiedete di assaggiarne un po’ perché sembra davvero buono…

Sembra uguale a prima, ma non è così: la mente dell’uomo funziona in modo diverso… Non gli state chiedendo di avere un po’ del suo dolce a monte, ma di assaggiarne una parte, a valle. Avete deciso solo all’ultimo di provarlo e solo perché lui ha evidentemente fatto un’ottima scelta. Resterete sorprese dall’ottima predisposizione del vostro maschio a condividere con voi la sua pietanza.

Attente solo a non esagerare…

Riassunto

  • Il maschio preferirebbe rinunciare al dolce piuttosto che dividerlo con voi
  • Inutile sforzarsi a spiegarlo: il maschio non capirà mai perché non ne ordinate uno tutto per voi (in effetti non lo capisco nemmeno io)
  • Col passare del tempo, il maschio trova sempre nuovi modi per eludere l’incombenza

Non preoccuparti

Il malumore in genere sparisce entro pochi minuti…

L’irresistibile fascino della MILF

Chiariamo subito un equivoco molto comune.

Da un lato c’è l’acronimo: M.I.L.F. (Mother I’d Like to Fuckmammina che mi piacerebbe scopare) e l’industria del porno che ci lucra sopra (ne parleremo in un articolo dedicato).

Dall’altro c’è la presa che questa creatura mitologica (al pari degli unicorni) ha sulla psiche del maschietto.

Iniziamo subito con lo specificare che qui non ci troviamo nell’assolutezza dell’universo maschio: esistono gamme di uomini la cui preferenza cade su tipologie ben diverse; tuttavia stiamo parlando di un mito abbastanza diffuso, anche se non arriva ad avere la copertura del mito lesbico.

Come i maschi vedono le MILFChiariamo anche che gli uomini con la passione per le MILF non hanno alcuna intenzione di portarsi a letto vostra madre, né quella dei suoi amici… In realtà non serve nemmeno che sia realmente madre (come la porno star Dylan Ryder, che rientra nella categoria MILF pur avendo solo 32 anni e non avendo mai messo al mondo creatura), con MILF si intende una categoria di femmina molto precisa: donna non più giovanissima, in genere sulla quarantina (reali o dimostrati), dotata di tette imponenti (naturali o rifatte, poco importa), profondamente esperta sui temi del piacere maschile e che trovi nel maschio la capacità di risvegliare animaleschi piaceri troppo a lungo assopiti…

Insomma: le componenti per far sbavare i maschi ci son tutti… formosità, esperienza, glorificazione della virilità maschile in grado di resuscitare le morte e far provare piaceri inauditi anche alla contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare.

Ma, come per tutti i miti, è appunto un mito… la sola eccezione è data dalla nave-scuola, di cui parleremo diffusamente in altro articolo. Tuttavia è bene ricordare che il concetto di nave-scuola esiste da molto prima che i film della serie American Pie coniassero il termine MILF, inoltre c’è una differenza sostanziale: la nave-scuola ha l’obiettivo di istruire maschi inetti e ai primi approcci; la MILF invece si rivolge a uomini con esperienza (anche se meno della loro).

Che fare?

Una delle preoccupazioni maggiori delle fanciulle, è quella di non essere abbastanza per il proprio maschio. Confrontarsi con una MILF non solo è difficile, è davvero impossibile. I motivi nascono intrinsecamente dal mito stesso che le avvolge, e nessuna di voi, in quanto reale, sarà mai al livello di una creatura fantastica. Per questo motivo non dovete nemmeno scendere su campo di battaglia: per quanto stupidi gli uomini sanno bene che la vera MILF non esiste.

Riassunto

  1. Dicesi MILF: maiala dall’appetito insaziabile che dopo aver accompagnato i figli (maggiorenni) a scuola ama intrattenersi coi compagni di classe dei medesimi.
  2. A molti uomini piacciono le MILF, ma non a tutti…
  3. Le MILF esistono solo nei film porno.

Non preoccuparti

Non ti preoccupare per due ragioni:

  1. Le MILF dei film porno non esistono, per cui non costituiscono rivali concrete contro cui scontrarsi.
  2. Anche tu, prima o poi, diventerai una MILF: faglielo notare per prima, la vostra vita sessuale rivivrà antiche glorie.

La triste condanna del migliore amico

Ogni maschio è stato migliore amico di qualche donna:

Lei: Ma perché mi sono innamorata di quello stronzo?
Lui: Non lo so, cose che succedono immagino (si, ma perché non scopiamo?)
Lei: Ma non potevo innamorarmi di te, che sei così dolce e premuroso?
Lui: Al cuore non si comanda… (si, lo penso anche io, ma perché non scopiamo?)
Lei: Sto così bene con te: ti voglio tanto bene… sei il mio migliore amico…
Lui: Anche tu (bugia), significa molto per me (se proprio devo accontentarmi), io ci sarò sempre (si, ma perché non scopiamo?)

Il breve: lei parla, parla, parla… lui vorrebbe scopare.

Sono solo amiciStiamo parlando, naturalmente, di una fascia d’età abbastanza giovane: difficilmente questi meccanismi trovano luogo in ultra quarantenni, un po’ perché le donne non hanno più bisogno di un maschietto a cui confidare le proprie torture di cuore, e un po’ perché i maschietti si son fatti furbi e sanno che non si cava ragno dal buco.

Tuttavia, fino a un certo punto della proprio vita, ecco che maschi e femmine mettono in atto il teatrino sopra sintetizzato, e lo fanno con una convinzione che sfida le leggi di natura (e di buon senso).

Il punto è che spesso il maschio si accontenta di un surrogato. E’ innamorato cotto della fanciulla in questione, che risulta essere bella fino allo sfinimento (in via oggettiva o solo ai suoi occhi, non importa), per cui darebbe un dito della mano per passare del tempo con lei, anche se questo vuol dire farsi dare delle martellate sulle palle. La verità è che l’uomo non capisce il punto di vista femminile che spesso desidera solo sfogarsi (e non chiedere spiegazioni) oppure avere lumi sul misterioso universo maschio. Per il primo problema, non c’è soluzione, per il secondo invece c’è qui il Dottor @PianetaMaschio

Che fare?

La prima cosa da fare è rendersi conto che il vostro migliore amico vorrebbe scoparvi anche nelle orecchie. Sappiatelo. Lo sapete? Bene, ora che lo sapete, sappiate anche che ogni minuto in cui vi ostinate a relegarlo al ruolo di amico è un minuto in cui lui si crogiola al vostro cospetto, nella vana speranza che qualcosa cambi.

Si, perché il maschio è tanto pollo da non capire che non ha, né avrà mai alcuna speranza… continuerà imperterrito a sperarci. Poi, deluso, tornerà a casa a massacrarsi di pippe pensavo a voi.

La celebre Regola dell’Amico, così tanto ben sintetizzare dalla rara alchimia di Max Pezzali, non sbaglia mai. Ma gli uomini sono troppo ottusi per crederci.

Ecco quindi alcune possibili soluzioni:

  • Smettete di scegliere amici single. Un ragazzo fidanzato sarà meno propenso a darvi ascolto, ma sarà più intellettualmente onesto e più sincero nei vostri confronti.
  • Mettetevi col vostro amico, se ci riuscite, ma mai e poi mai dargli il “contentino“. Niente limonata, o peggio, altrimenti si apriranno scenari da tragedia greca.
  • Sfogarsi va bene con un’amica, ai maschi chiedete solo consigli con una soluzione pratica.
  • Ricordatevi che se il maschio per cui patite è uno stronzo, e il vostro amico no, allora probabilmente il vostro amico ne sa meno di voi sul perché quell’altro si comporti così.

In conclusione: ricordate che difficilmente troverete amici disinteressati; a meno che non siate brutte come la morte, e con un alito che stenderebbe uno squalo, il maschietto di turno vi ascolta immaginandovi a quattro zampe sul suo letto. Questo non vuol dire che non vi voglia bene, anzi… forse pure troppo… vuol dire che l’amicizia tra uomo e donna è rara come l’acqua nel deserto (soprattutto quando gli attori hanno meno di 40 anni).

Riassunto

  1. Un maschio non è in grado di starti ad ascoltare senza immaginarti nuda.
  2. Più gli dici che gli vuoi bene e più lo avvicini alla corda da impiccato.
  3. Un’amica è una opzione valida, tanto il maschietto di turno ne sa meno di te.

Non preoccuparti

Col passare degli anni, e con la maturità, tutto questo finirà.

L’antica tortura cinese dello shopping

Tipica reazione di coppia davanti allo shopping

Tipica reazione di coppia davanti allo shopping

Non illudetevi: non è vero che al vostro maschio fa piacere venire con voi a fare shopping… ogni maschio odio perdere ore a aspettarvi mentre smontate interi guardaroba, e nel migliore dei casi vi attenderà con un sorriso sornione, mentre la mente vola rapida all’ultimo porno di Sasha Gray visto su redtube.com. Nel peggiore, invece, passerà interminabili minuti a sbuffare, guardare l’orologio, aggiornare lo status di twitter con insulti sagaci, e sbattere nervosamente i piedi a terra peggio di un ballerino di tiptap ubriaco.

Questa è l’amara verità: accettatelo. Se siete pazienti e fortunate, e avete avuto una buona dose di labor limae, allora potreste addirittura ottenere un salvacondotto di una mezz’ora… passata la quale, però, il maschio torna alle origini.

Per capire i motivi, tenete presente che, nella stragrande maggioranza dei casi, lo shopping per un uomo dura al massimo 10 minuti. Ecco perché e il suo flusso neuronale:

  • Ho bisogno di una cintura nuova
  • Qual’è il negozio più vicino?
  • In vetrina c’è quel che mi serve? (Si|No)
    • Se no: cambio negozio e torno su
    • Se si: entro, la provo, la compro.

E questo è tutto: si, tutto. Per un maschio è inconcepibile il concetto: “vado a vedere un po’ di vetrine e scopro se c’è qualcosa che mi piace da comprare anche se forse non ne ho del tutto il bisogno…” (con la sola eccezione dei negozi di tecnologia, ovviamente). Un maschio va a comprare un capo di abbigliamento se ne sente realmente il bisogno, e in genere, lo fa dopo averne sentito il bisogno almeno tre volte (le prime due prova ad arrangiarsi con quel che ha in armadio).

Ancor meno concepibile è il concetto: “me lo provo, come mi sta? Mi svacca troppo? Aspetta, ne provo un altro“. Un maschio ha deciso cosa vuole già dalla vetrina, altrimenti non entra nemmeno. Poco importa se dentro c’è il ben di dio… se non è in vetrina, non val la pena nemmeno tentare.

Come fare?

La prima cosa da fare è concordare in anticipo col maschio la sua partecipazione alle vostre sedute di shopping. Premesso che una volta nella vita è già una volta di troppo, provate a convincerlo per le occasioni dei saldi: due volte l’anno è già un ottimo traguardo, ma dovreste reputarvi soddisfatte di riuscirgli a strappare una volta l’anno. L’importante è che mettiate in chiaro con largo anticipo le condizioni: “tu mi accompagni solo questa/e volta/e, però non voglio vederti fuori del negozio a brontolare come una vecchia caffettiera”.

Altra cosa importante è ricordare la scadenza dell’impegno shopping: due settimane prima, una settimana prima, due giorni prima… no: il giorno prima NO! Sarebbe deleterio: il maschio ha bisogno di tempo per digerire la cosa e per prepararsi, ci manca solo che arriviate voi a stressarlo a ridosso dell’evento nefasto.

Concordate un contro-premio: qui dovete decidere voi come ricompensarlo per la pazienza, tutto dipende dal tipo di uomo che avete accanto. Ad ogni modo è bene che il premio sia promesso prima, e che giunta puntuale. Questo consentirà all’uomo di sopportare la tortura cinese dello shopping con in mente il miraggio del premio ad attenderlo.

E’ importante concordare un tempo limite: 4 ore? Va bene 4 ore… Però non sgarrate neanche di un minuto, perché scaduto il tempo, ogni minuto per come un’ora. Anzi: se riuscite meglio terminare con un quarto d’ora d’anticipo. Ne resterà piacevolmente sorpreso e voi avrete speso 15 minuti del vostro shopping investendoli in maggior predisposizione per la prossima sessione.

Non disdegnate, infine, la possibilità di fare shopping con le amiche: l’importante è che il maschio lo sappia… anzi: proponetegli di fare una sessione del suo hobby preferito mentre voi vi regalate uno shopping extra. Lo renderete felice come un bambino a Natale.

Come mi sta?

Ecco infine il punto più dolente. Si, perché non basta avere un maschio accondiscendente, che vi accompagni e sopporti pazientemente la vostra sessione di shopping. Arriva sempre il momento in cui, provando i vari capi di abbigliamento, o scarpe, vorrete sapere dal vostro maschio che ne pensa delle vostre scelte. Volete un giudizio sincero, spassionato, non offensivo, non sbrigativo e che coinvolta tutta la sua attenzione.

Bene, se volete questo da un uomo, andate a fare shopping con un amico gay. Perché al vostro maschio non gliene sbatte un benemerito di come vi sta quel vestito. Se avete l’impressione che vi stia osservando con attenzione, è solo perché sa fingere bene. Inoltre ricordate la regola:

A = -t*eS+r

Dove: l’attenzione del maschio (A) è inversamente proporzionale al tempo (t) di durata dello shopping (da 0 minuti al minuto attuale) moltiplicato un fattore esponenziale scazzo (eS) relativo al vostro preciso maschio, compensato parzialmente dal regalo (r) che gli avete promesso come compenso.

Viene da se che più passa il tempo e meno probabilità avete di avere un parere conforme alle vostre aspettative. Al tempo 0 (zero) avrete risposte sincere (ovvero al primo abito provato), mentre capo dopo capo anche il regalo promesso potrebbe non essere più sufficiente a compensare lo scazzo, che in quanto funzione esponenziale, tende a salire con una rapidità vertiginosa. E’ quindi consigliabile iniziare lo shopping con i capi che sapete mettervi in maggiore difficoltà, lasciando per ultimo quelli per i quali vi sentite sufficientemente sicure a scegliere da sole.

La soluzione migliore, quindi, è stare al gioco. Credere alla sua patetica simulazione d’interesse e non incazzarsi quando cade in fallo e vi dimostra che pensava alle tette della commessa, invece che al vostro completo da cocktail. So che non è facile, ma con la pratica riuscirete ad ignorare questo aspetto.

Se invece è per voi fondamentale avere pareri sinceri e interessati dal vostro maschio, prendete in considerazione sessioni di shopping mordi&fuggi: massimo due capi, più volte l’anno. Ma mi raccomando: che sia concordato fin dall’inizio.

Riassunto

  1. Tranne rare eccezioni, all’uomo lo shopping fa cagare.
  2. Dieci minuti sono sufficienti a valutare almeno 15 capi.
  3. Fargli un bel regalo (non necessariamente materiale) è un buon metodo per comprare la sua compagnia durante lo shopping.
  4. Durante lo shopping, la mente del maschio è fisicamente localizzata su Tau Ceti.

Non preoccuparti

Nessun uomo ha mai lasciato una donna perché costretto a seguirla nello shopping, però fate attenzione perché un maschio pedante ci mette un attimo a rovinarvi la giornata e a non farvi godere la vostra sessione di acquisti. Valutate bene qual’è il male minore.