Il calcio in TV

Ci sono poche cose che mandano su tutte le furie le signorine come il maschio incollato alla TV a guardare la partita… o peggio allo stadio.

Ricorda figliolo: se hai fallito in qualcosa, guarda un po' di sport... se la tua squadra vince, è come se avessi vinto tuIn poche parole, le fanciulle ci vedono come una mandria barbara che dà sfogo ai propri istinti tribali radunandosi in gruppi selvaggi truccandosi come pellerossa, intonando cori goliardici di cui non comprendono metà delle parole, adorando vitelli sacri che d’oro han solo lo stipendio e che passano le giornate a correre dietro un cazzo di pallone come bambini dell’asilo.

Certo, esistono donne tifose, per cui non mi rivolgo a loro per le quali le dinamiche sono palesi, ma questo è un manuale di istruzioni per donne che non comprendono i processi neuronali maschili, ed è a loro che mi rivolgo.

Il discorso è simile a quel che si potrebbe fare per il barbecue, o per il riempire il portabagagli dell’auto. Si tratta di un istinto atavico che affonda le radici in quando eravamo degli emeriti scimmioni  che si radunavano attorno al fuoco per raccontarsi la battuta di caccia.

Il maschio, davanti alla partita, regredisce fino al Neanderthal, ed è per questo che quei 90′ sono così sacri: guai a rivolger loro la parola, nel migliore dei casi si riceve un grugnito, nel peggiore una lattina di birra vuota in testa; guai a passare davanti al TV “solo un attimo”, perché per la legge di Murphy proprio in quel momento ci sarà un rigore, un gol, o qualsiasi altro evento che scatenerà l’ira funesta del Pelide Achille

La cosa migliore che può fare una fanciulla è recarsi altrove, perché anche il rumore del proprio respiro è di troppo. Inoltre questo vi consente di evitare di assistere a spettacoli indecorosi come brache calate, bestemmie da far impallidire un prete toscano, rutti e scorre in libertà.

Si, ma perché?

La domanda è lecita: perché un imbecille strapagato col nasone è più adorato della Vergine Maria?

La risposta è altrettanto banale: perché la fede calcistica è qualcosa che agita le menti, dà accesso a istinti primordiali normalmente assopiti e castrati dalla rettitudine quotidiana e soprattutto dà la possibilità di aggregazione di massa.

Non voglio qui dilungarmi sul tema della Psicologia delle Folle, così ben analizzato e studiato dall’emerito Gustave Le Bon, tuttavia è innegabile che sentirsi parte di un tutt’uno, soprattutto in una società così individualista come quella occidentale, dia sicurezza e tranquillità. Per un breve periodo di tempo l’uomo non è più una particella dell’Universo, ma un atomo di una molecola complessa, ove la forza del gruppo è data dalla somma dei singoli.

I rovesci della medaglia sono noti: immersi in una folla e privati della propria identità, ci si sente liberi di delinquere. Ma il principio di base, in realtà, è solo il bisogno psicologico di non essere soli, e niente come il tifo calcistico (ma vale lo stesso per il rugby e il cricket) dà questo carburante al motore della psiche.

Le fanciulle hanno quindi alcune soluzioni percorribili:

  • Fingere di essere single per 90′ la settimana (se il vostro maschio tifa la Procaccolese, altrimenti vi tocca anche il “mercoledì di coppa”)
  • Condividere la passione per la medesima squadra (se tanto non eravate tifose prima, una vale l’altra)

Se poi il maschio sente forte il bisogno di aggregazione testosteronica, con esclusione di genere… beh, ci sono un sacco di fanciulle che odiano il calcio e che avrebbero voglia di fare shopping con voi… Provate a dire al vostro uomo: “Ah, inizia la partita? Esco a fare spese…”.
Lui vi risponderà a monosillabi, interpretabili liberamente come: “Fai pure il cazzo che ti pare, che qui se non vinciamo son casini e domani in ufficio mi sfottono a morte”.

Riassunto

  1. Parlare e insultare la TV non è indice di schizofrenia
  2. Un uomo da solo, la domenica, costituisce una massa di tifo organizzato composta da n. 1 individui
  3. Fare finta di non esistere è la soluzione migliore, altrimenti compratevi la maglietta della squadra e tifate anche voi

Non preoccupati

90 minuti non sono questa tragedia… Ricorda solo che c’è un quarto d’ora di intervallo tra il primo e il secondo tempo… e anche quello è sacro.

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